Lunedì 27 Settembre 2021, ore 15.30, presso la sede di Corte Sgarzarie e in modalità remota su piattaforma ZOOM
Già nel
Convivio, Dante aveva esaltato la vita contemplativa e la sua superiorità rispetto alla vita attiva. Nel
Paradiso assegna ai contemplativi il Settimo Cielo, l'ultimo e il più alto dei pianeti, situato alla fine del mondo fisico e materiale, dove una scala d'oro lo congiungerà con l'Empireo, il cielo di pura luce.
Nel XXII canto Dante intende
replica taschen sviluppare il tema a lui carissimo del distacco dai beni materiali, la scelta della solitudine eremitica e la totale immersione dell'uomo nella ricerca del Divino. Due terzi del canto sono impegnati nell'incontro con il Patriarca del monachesimo occidentale europeo: San Benedetto da Norcia, che, dopo aver narrato l'addio grandioso a Montecassino della vita contemplativa, chiude amaramente il suo colloquio nella constatazione che le abbazie sono ora diventate spelonche di briganti e il saio dei monaci non è altro che un sacco pieno di
faux sac de luxe farina marcia. Certamente il soccorso divino arriverà anche se le acque divise del Mar Rosso o le onde del Giordano che retrocedono nel percorso sembrano un miracolo più straordinario del futuro intervento di Dio.
Gli ultimi memorabili cinquanta versi narrano l'ascesa mistica e fisica dei Santi, di Dante e di Beatrice lungo la scala d'oro in direzione delle stelle e con l'approdo nella Costellazione dei Gemelli, che il Poeta saluta grato e commosso. Infine, torna il tema dell'esaltazione del distacco nel presentare la visione dal confine dell'universo delle sette Sfere sottostanti e in particolare fermando l'attenzione sul"vil sembiante" della propria patria, "l'aiuola che ci fa tanto feroci".
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