Il Centro con La Lectura Dantis Scaligera si propone di contribuire allo sviluppo e all’apprendimento degli studi danteschi in vista del Settimo Centenario della morte del Poeta.
Lunedì 29 Marzo 2021, ore 15.00, in collegamento dalla Cattedrale di Verona con Telepace
S.E. Mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona
Nel cielo del Sole, dove vengono presentati i Sapienti, campeggia la figura del Poverello d'Assisi, esaltato da Tommaso d'Aquino, il massimo replique montre de luxe esponente della teologia e quindi della Divina Sapienza. È proprio a Tommaso che Dante assegna la regia di tutti i canti del cielo del Sole, dove Francesco prima, Domenico poi, verranno presentati come strumenti della Provvidenza per riformare la Chiesa.
La "sapientia mundi", raffigurata nella sdegnosa apertura di canto attraverso sei categorie di faccendieri affaccendati, vista dalla prospettiva del Cielo e dalla conquistata libertà di spirito, fa da contrappunto alla grandiosa "sapientia Dei" di Francesco, oggetto dell'intero canto. Francesco, che ha scelto e ha insegnato ad amare la povertà, non è solo un santo, ma come strumento della Provvidenza è un "Principe" inviato da Dio stesso sulla Terra a ricordare e a vivere, dopo Gesù, la sapienza della povertà.
Il canto quindi non si sviluppa come la storia seppure originale di un uomo, ma come l'esaltazione e l'inno di un Re. Del Re basta indicare il luogo della nascita, l'Altissima provenienza della sua sposa, la Povertà, i sigilli umani e divini del suo messaggio.
Altrettanto amara come l'inizio è la fine del canto XI, dove viene rappresentato lo stato in cui si trova il secondo ordine mendicante, quello fondato da Domenico, in cui ha vissuto lo stesso esaltatore di Francesco, Tommaso d'Aquino.
replique richard mille
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