Lunedì 01 Marzo 2021, ore 15.00, in collegamento dalla Cattedrale di Verona con Telepace
Grande canto teologico sull'Incarnazione; Paradiso, canto VII
S.E. Mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona
Dopo la potente esaltazione di Roma e l'ammonizione ai Guelfi e Ghibellini d'Italia, il canto vi si era concluso con la presentazione di un perseguitato politico, alter ego di Dante, che negli stessi anni stava pagando l'ingiusto prezzo del proprio impegno politico. Ancora nell'incipit di questo settimo canto campeggia la figura di Giustiniano, che intona l'Osanna alla maestà di Dio e avvia la sacra danza del suo ritorno all'Empireo.
Vv 10-148: tutto il canto è impegnato nello sviluppo dell'architettura dottrinale cristiana affidata da Dante a Beatrice teologa. Dopo le lezioni
replica uhren sull'ordine universale e sulla libertà e volontà umana, Beatrice affronta ora il tema della Storia della salvezza. La gravità dell'offesa fatta dall'uomo al suo Creatore richiedeva una "giusta vendetta" che l'uomo non poteva soddisfare, ma solo Dio, giusto e misericordioso, attraverso l'incarnazione di Cristo, era in grado di liberare l'uomo dall'esclusione dalla Sua alleanza.
Qui Dante ripercorre i grandi testi di Anselmo d'Aosta, Agostino e Tommaso d'Aquino, che avevano affrontato il grande tema, tema che verrà trasfigurato in poesia.