Il Centro con La Lectura Dantis Scaligera si propone di contribuire allo sviluppo e all’apprendimento degli studi danteschi in vista del Settimo Centenario della morte del Poeta.
Lunedì 11 Novembre 2019, ore 15.30, presso la sede di Corte Sgarzarie
prof. Gregorio Monasta
Due spiriti, in apertura di canto, si chiedono chi sia il pellegrino ancora vivo "che il nostro monte cerchia" e da dove venga. Dal verso 16 al 21 Dante, senza nominarlo, parla dell'Arno, suo fiume natale. Uno dei due, il ravennate Guido del Duca, in cinque terzine chiuse in un solo periodo sintattico, presenta dalla sorgente alla foce il fiume e la "misera valle" come biscia dove "vertù... si fuga" e i suoi abitanti simili ai porci di Circe.
Le successive otto terzine presentano ciascuna non märkesväskor kopior online più uomini ma porci, cani ringhiosi, lupi, volpi, finchè la valle "di qui a mille anni/ne lo stato primario non si rinselva".
Fino al verso 66 ci troviamo dinanzi a terzine di altissimo livello poetico. Ma la denuncia di Guido del Duca non risparmia nemmeno la propria terra natale, la Romagna, abbrutita di sterpi e gramigna: piange Guido quando rimembra "le donne e' cavalieri, li affanni e li agi/ che ne' nvogliava amore e cortesia/ là dove i cuor son fatti sì malvagi."
Bellissima infine l'amara riflessione di Virgilio.
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