Il Centro con La Lectura Dantis Scaligera si propone di contribuire allo sviluppo e all’apprendimento degli studi danteschi in vista del Settimo Centenario della morte del Poeta.
Venerdì 21 Novembre 2014, ore 16.00, presso il Centro Scaligero degli Studi Danteschi (Corte Sgarzarie, 8/P)
prof.a Dorana Cuselli (Centro Scaligero degli Studi Danteschi)
Nel canto XXII Dante viene a trovarsi innanzi al mistico fondatore del monachesimo occidentale, San Benedetto, al quale si rivolge con il nome di «padre», come aveva fatto con Cacciaguida e come farà con San Bernardo, per chiedergli di vedere il suo viso.
Il desiderio alto e filiale del poeta verrà soddisfatto non ora ma nella visione finale del Paradiso come candida rosa, sede eterna di tutti i beati.
Dopo aver lamentato la decadenza del proprio ordine, San Benedetto e tutti gli spiriti beati volano verso l'alto attraverso la scala d'oro, alla quale si avviano anche Beatrice e Dante. Immediato è l'approdo nel cielo delle Stelle fisse, anzi nella costellazione di nascita del poeta, i Gemelli. Beatrice invita Dante a guardare in basso per vedere il cammino già percorso e contemplare con «distacco» la misera dimensione dell’ «aiuola che ci fa tanto feroci».
Nel cielo ottavo o Cielo Stellato, Dante si trova nella frontiera fra visibile e invisibile: oltre le stelle lo sguardo umano non può più penetrare: oltre le stelle il poeta volerà sul mondo invisibile detto Cristallino, anch’esso ideato dalla scienza antica tolemaica e, da ultimo, nell'Empireo ideato dalla teologia cristiana.
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