Il Centro con La Lectura Dantis Scaligera si propone di contribuire allo sviluppo e all’apprendimento degli studi danteschi in vista del Settimo Centenario della morte del Poeta.

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Sabato 18 Gennaio 2014, ore 17.00, presso la Biblioteca Capitolare (piazza Duomo, 19)

Lectura Dantis - Dante giudice

prof. Manlio Pastore Stocchi (Università degli Studi di Padova)

La concezione della Commedia quale rassegna di personaggi distribuiti nei tre regni dell’oltretomba secondo quanto hanno meritato per le colpe e le virtù manifestate nel corso della loro vita implica che Dante abbia osato arrogarsi quella facoltà di assegnare le sorti ultraterrene, che in realtà spetta al rex tremendae maiestatis, a Dio giudice che, solo, conosce il mistero di ogni coscienza, sa di ogni nascosta virtù o vizio, tiene conto di ogni sia pur estremo e silente ravvedimento.

Il proposito dantesco di infliggere il castigo o di gratificare con la beatitudine celeste i suoi simili sarebbe stato assai audace anche se avesse riguardato unicamente personaggi della poesia e della storia remote, già dannati o santificati dalla tradizione e persino da effettivi pronunciamenti della Chiesa docente. Tuttavia il poeta va altre: addirittura temerario, infatti, egli appare quando il suo giudizio, in certo modo forzando o sostituendo il giudizio divino, investe contemporanei di recente memoria o addirittura ancora viventi (sono coloro il cui destino finale è, nel poema, apertamente promesso). Egli infatti ha esercitato, anche in questi casi, un proprio diritto di decidere in piena autonomia e con pienezza di giurisdizione; laddove il pensiero cristiano (e, in singolare contraddizione con se stesso, anche il suo pensiero) sottolinea quanto infinita sia la misericordia divina e quanto pronta la sua remissione del male anche per un solo, segreto istante di pentimento in limine mortis; così che fino al Giudizio Universale non è lecito, per la dottrina della Chiesa, pronunziarsi con il proprio senno umano su salvezza o dannazione di alcuno.

Vi sono, tuttavia, indizi che sembrano suggerire l’emergere via via anche in Dante, durante la lunga e sofferta composizione della Commedia, di dubbi circa la liceità di questo suo atteggiarsi a giudice. Raccogliere e interpretare questi indizi e valutare l’incidenza dei suoi dubbi su taluni aggiustamenti e modifiche apportati alla struttura del poema in corso d’opera è dunque ciò che si propone la presente lettura.

Opere di pregio

Il Centro Scaligero degli Studi Danteschi e della Cultura Internazionale dispone di una serie di fac-simili di codici e manoscritti, di copie anastatiche, di stampe antiche originali.