Il Centro con La Lectura Dantis Scaligera si propone di contribuire allo sviluppo e all’apprendimento degli studi danteschi in vista del Settimo Centenario della morte del Poeta.
Giovedì 03 Novembre 2011, 16.30
prof. Giuseppe Ledda (Università Ca' Foscari di Venezia)
L’Epistola VII è diretta da Dante e da «tutti quanti i Toscani che desiderano la pace» all’imperatore Enrico VII.
Governata da un’attentissima struttura retorica e da una scelta di temi e motivi (biblici e patristici e, in qualche caso, classici) assolutamente coerente, l’epistola s’assume il compito di stimolare l’imperatore, che indugia in Milano e conduce una fiacca guerra contro le resistenze della città del Nord-Italia, a occuparsi dei mali della Toscana.
La potente interrogazione, rifatta sul Vangelo «Sei tu che devi venire o aspettiamo un altro?», quando svela il suo carattere fittizio, giustifica il seguito del testo: poiché sei tu quello che deve venire, allora perché tardi ad agire contro Firenze?
La nota patetica cede poi alla disamina delle ragioni di opportunità politica a condannare l’indugio: emerge quindi nel seguito, con veemenza, sottolineata da un climax ascendente, l’immagine di Firenze, bestia pestifera, origine e causa di tutti i mali dell’Impero, volpe pestilenziale che perfino s’industria a uccidere la madre Roma.
La conclusione s’articola in due tempi: l’immagine di vittoria e la speranza, anzi la certezza, di pace.
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